Intervista a Valerio Moncini e Carla Masnovi.

Il forno dei Barnàge si trova in un vecchio edificio storico che, nel corso degli anni, ha cambiato più volte di proprietà, ma per gli anziani del paese è conosciuto con
lo scütüm di quella famiglia.
Sull’intonaco che riveste il forno è incisa la data 1910, e la volta è in mattone refrattario. Non è provvisto di canna fumaria e il fumo fuoriesce da una piccola finestra posta sul lato della stanza. È alloggiato su una struttura in muratura a base rettangolare con uno spazio sottostante per ammucchiare la legna. Uno dei pilastrini di sostegno è fatto in pietra locale (probabile riuso di elemento architettonico preesistente).

Come per altri forni di Ono S. Pietro, anche questo si trova nello spazio antistante la stalla e le cantine, il fumo ha sporcato di nero tutti i sassi delle volte a botte dando all’ambiente un aspetto molto particolare.
Veniva utilizzato da più famiglie della contrada, soprattutto dai vari parenti, tra i quali la mamma di Valerio, Assunta Formentelli; prevalentemente venivano cotte le spongàde perché si andava già in negozio a comprare il pane.
La famiglia Moncini aveva molti campi coltivati a vite, mais, patate, frutteti con pesche e frumento. Per la molitura veniva utilizzato il mulino di Cemmo che si trova ancora oggi sul torrente Clegna e di proprietà dei Tosi.
Il frumento e il mais venivano trasportati al mulino con il carretto trainato dal cavallo di Macènte. Sotto l’aia dell’abitazione di Mandél una volta l’anno veniva piazzata una grande trebbiatrice elettrica o a motore per ripulire il frumento prodotto dalla famiglia.
Carla ci racconta che con la pasta avanzata delle spongàde si facevano delle bamboline che venivano date alla bambine della famiglia, molto spesso si infornavano anche i biscotti. (Forno di Marièta in via Borelina). Uno dei ricordi più dolci di Valerio era legato alle domeniche passate con il papà a giocare alle carte e come regalo festivo dava loro poche lire per poter comprare i biscotti caserecci fatti dalla forneria Zanetta.
Il forno è stato utilizzato fino agli anni ‘70.