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La “Santa Crus”

Ogni 10 anni si celebra, lungo le vie di Cerveno, con solennità particolare, un corteo ispirato ai riti processionali della Via Crucis, in cui i personaggi in costume, ampiamente ispirati alle sculture lignee del Simoni, compongono una serie di “quadri viventi”.
La processione della Santa Croce è un caso di grande interesse all’interno della ritualità tradizionale del ciclo pasquale, che deve le specifiche modalità della sua realizzazione alla presenza e all’influsso del singolare monumento del Santuario della Via Crucis.
Il rituale della Santa Croce intrattiene inoltre complessi rapporti con gli altri aspetti della vita cerimoniale di Cerveno, e non può certo essere semplicemente letto come una pura trasposizione delle immagini delle cappelle nel linguaggio espressivo di un rito processionale.
La rappresentazione non si svolge in uno spazio neutro, ma, da un lato, in uno spazio festivo appositamente costruito e fortemente marcato da particolari elementi significativi e, dall’altro, segue dei percorsi fissi che acquistano un senso globale in relazione ai percorsi di altri eventi rituali. Infatti tutte le strade per cui passa la processione sono riccamente addobbate con rami verdi d’abete adorni di fiori di carta colorata e altri elementi decorativi, al punto da stravolgere completamente l’aspetto dell’abitato e da realizzare un vero e proprio spazio scenico del tutto diverso dallo spazio quotidiano.
La singolarità della cerimonia, oltre che nella modalità di attuazione, che di volta in volta viene arricchita e perfezionata, sta anche nella data di svolgimento fissata non nel periodo della Settimana Santa, bensì nella prima o seconda domenica di maggio, in relazione alla festa liturgica dell’Invenzione della S. Croce, che cade il 3 maggio.
Sia negli abiti sia negli accessori usati si manifesta l’esplicita tendenza a uniformarsi ai modelli iconografici forniti dalle figure delle cappelle del Santuario, anche se la povertà dei mezzi a disposizione portava, a volte, a soluzioni diverse.
Nella forma tradizionale della cerimonia, a differenza di quanto avviene oggi, non era presente nessuno sviluppo drammatico: i personaggi si limitavano cioè a sfilare, senza formare quadri viventi o altro. Le figure rappresentate nel corteo mostrano che la Santa Croce di Cerveno intendeva in origine rappresentare le fasi della Passione che seguono il processo a Gesù, cioè la salita al Calvario, la Crocifissione, la Morte, la Deposizione, le fasi più direttamente collegate con la Croce.
La Santa Croce è una manifestazione di carattere religioso, non solo sul piano formale, ma altre molle, oltre al sentimento religioso, spingono alla sua realizzazione: tale impegno, nelle sue varie forme, è ritenuto piuttosto un dovere sociale. In effetti, anche nella sua forma tradizionale, la processione richiedeva un investimento, di tempo e di lavoro, assai notevole da parte di una gran parte della comunità: le riunioni per la sua preparazione iniziavano già prima di Natale, nelle stalle; le donne preparavano i costumi e i fiori di carta; e infine veniva la preparazione dell’addobbo vegetale.
A memoria d’uomo, la Santa Croce di Cerveno si celebra a scadenze decennali; solo per motivi eccezionali (tra cui la Seconda Guerra mondiale, che costrinse a portare a 14 anni l’intervallo tra la celebrazione del 1933 e la successiva) il termine non è stato rispettato. E’ una periodicità abbastanza comune per cerimonie che richiedano un impegno così notevole.
La prossima celebrazione avverrà nel 2012.

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