Il forno del presepe è rinato proprio con la funzione di essere uno dei protagonisti dell’evento annuale della comunità di Ono S. Pietro “Natale Camuno”, organizzato dalla Parrocchia di S. Alessandro. Nei giorni di Natale, da ormai 35 anni, a questo forno si rivolgono Giuseppe e Maria per cercare del pane, che viene loro negato perché venduto allo sceicco che lo avrebbe comprato a peso d’oro.

Il pane è da sempre uno degli alimenti fondamentali dell’uomo, sazia la nostra fame e ci dà energia, viene considerato, nella simbologia, come una necessità vitale.
Secondo la mitologia greca fu Demetra (dea delle messi e Cerere per i Romani) a donare all’uomo i cereali, in particolare il frumento da cui ricavare la farina per panificare.
Nel mondo greco e in quello romano il pane era legato alla fecondità della terra.

Per gli ebrei, aveva un valore sacro e trascendente, e un significato particolare aveva il pane azzimo, consumato durante la Pasqua. Gli Ebrei erano stati schiavi in Egitto e, come si narra nel libro dell’Esodo, erano fuggiti da quel paese in cerca di una nuova terra, guidati da Mosè. Prima di intraprendere il viaggio che li avrebbe condotti fino alla terra promessa, la Palestina, non c’era stato il tempo di far lievitare il pane secondo l’uso egizio: così avevano mangiato focacce azzime, cioè fatte di pasta non lievitata.

Nella liturgia cristiana si celebra la trasformazione del pane nel Corpo di Cristo: simbolo della divinizzazione di tutte le cose e dell’intera vita umana.
Nel cristianesimo nessuna cosa, neanche una briciola di pane, è considerata troppo piccola, troppo spregevole o troppo triviale da non poter essere portatrice di Dio o una strada che porta a Lui.

Il presepe di Ono S. Pietro nasce da una specifica intenzione: rappresentare il borgo nei suoi aspetti peculiari avvalendosi di una sacra rappresentazione, ma inserendolo nelle problematiche del mondo contemporaneo: di fronte all’intolleranza, al fanatismo, alle reciproche chiusure razziali e religiose, si vuole trasmettere la convinzione che, pur salvaguardando l’identità di ogni gruppo, nazione o religione, ci sono molti aspetti che condividiamo con gli altri.
E il pane, partendo dal racconto dei nostri avi, sembra proprio quell’elemento che ha unito le varie famiglie del paese partendo dalla condivisione dei forni fino agli atti di carità nei confronti delle famiglie più bisognose.