13 – FORNO DEI DUMINGHE di Via Sonvico

A volte i soprannomi sono estremamente evocativi e ci portano lontano. La casa della famiglia Rebuffoni, che contiene i ricordi di una famiglia molto numerosa, ci racconta la storia di un ragazzo, Domenico, nato a Buenos Aires nel 1890 da genitori migranti e arrivato a Cerveno all’età di due anni. Dopo di lui i suoi nove figli sono diventati i Duminghe e hanno vissuto in questa abitazione che solo a un occhio distratto appare modesta. Uno sguardo attento e una visita all’interno rivelano la presenza di spazi ampi e di una bellissima cucina a involto con vele.
Lungo la parete di fondo di questa stanza troviamo il camino e, accanto ad esso, un forno molto elegante, completamente inserito in parete in modo da lasciar emergere solo la ghiera in mattoni che circonda la bocca e l’agetto del foro, che convogliava il fumo nella camera di raccolta esterna, verso la canna fumaria in condivisione con il camino. Tutta la stanza, strutture comprese, è intonacata finemente.
Una farinera abbandonata ci ricorda la vita degli abitanti della casa e di mamma Antonia Troncatti, classe 1895, che preparava settimanalmente il pane per gli undici componenti della famiglia. Ora disabitata, la cucina si riempiva di voci intorno a un unico, lungo tavolo, presso il quale i figli potevano mangiare un pane che l’ultima, Tilde (Matilde), ricorda buonissimo. La dolcezza della madre riservava ai figli più piccoli (il primo aveva ben diciannove anni più dell’ultima!) alcuni panini leggermente zuccherati.
Dopo la seconda guerra mondiale, che Tilde ricorda non essere stata troppo dura per la propria famiglia (e di ciò è molto grata), il forno venne pian piano abbandonato, rimanendo comunque parte integrante di questo bellissimo spazio familiare.