Intervista a Domenico Formentelli (Mènich).

In Piazza Roma è possibile visitare uno dei forni più interessanti ancora presenti in paese, che apparteneva alla numerosa famiglia di Francesco Formentelli (i Bramì) e Vaira Domenica, composta da 10 figli. La famiglia degli avi era detta dei Mégne. Il forno è dotato di canna fumaria che scarica il fumo direttamente sulla strada attraverso un buco nel muro; sui lati sono presenti due focolari circolari con all’interno un paiolo di ferro utilizzato per far bollire le patate, il cibo per i maiali e per lavare le lenzuola con la cenere (la liscivia). Vi si scaldava anche l’acqua per fare il bagno alla prole nella tinozza.

Il forno era di due proprietari: Formentelli Francesco e Formentelli Giovanni (Jons), che erano fratelli e abitavano con le rispettive famiglie nella stessa casa ed è stato utilizzato fino al 1945.
Era un forno privato che però veniva prestato a chi del paese ne faceva richiesta.

Collocato nell’atrio dell’abitazione che oggi appartiene a Angelina Vobis e Mirella Formentelli, la casa che lo ospita aveva anche un torchio che i paesani usavano in occasione della vendemmia e presenta un portale d’ingresso finemente decorato dal nonno falegname. La famiglia utilizzava principalmente farina di frumento, prodotto nei campi di proprietà posti sotto il cimitero e la farina di castagne che si comprava a Cimbergo, o meglio, si barattava con il vino casalingo, oppure si usavano le “bilìne” che venivano fatte seccare a Pescarzo di Capo di Ponte e poi macinare a Cemmo per produrre la farina.
Con la farina di castagne si preparava soprattutto la “pàpa da schèlt”, una sorta di budino ante litteram. Il pane in inverno si impastava e lasciava lievitare in stalla, antistante all’area della cottura, perché era la stanza più calda della casa. ”Sotto la terrazza della nostra casa in Piazza c’era una pietra molto grande e piatta, prima di Pasqua arrivava in paese un commerciante con una grande cesta piena di “màndole” (biscotti rustici di forma allungata) e iniziava a urlare “Mandolaro, è arrivato il mandolaro!!”.

Domenico (il nostro Mènich) racconta con entusiasmo aneddoti del suo passato, mentre guarda con affetto la moglie Piera sempre accanto a lui.